Il genere Euphorbia comprende un vastissimo numero di piante assai diverse tra loro: si dall'Euphorbia Pulcherrima - appunto - con le sue brattee rosse, all'Euphorbia Milii, somigliante a un cactus. L'Euphorbia Pulcherrima, comunemente conosciuta come Stella di Natale, si distingue per la caratteristica rosetta di brattee (false foglie) scarlatte, simili a fiori, che crescono in cima ai rami e circondano i fiorellini piuttosto insignificanti di color giallo crema. La pianta inizia a svilupparsi a fine autunno e si deve fare in modo che entro Natale sia pronta a sviluppare le brattee rosse. Oggi è tuttavia possibile acquistare varietà di piante con brattee di colori diversi, che vanno dal giallo pallido al bianco al rosa chiaro fino ai colori sfumati o puntinati (vedi varietà Picasso o simili).
La Stella di Natale va tenuta in un locale luminoso ma non direttamente soleggiato. In autunno, per otto settimane di seguito, si mette ogni giorno la pianta in un involucro di polietilene nero per 14 ore, dal trampnto alla mattina presto. Poi si espone al piantaalla luce piena tenendola a temperatura ambiente e innaffiando poco. Per Natale si dovrebbero avere numerose brattee rosse e piccoli fiori giallo crema.
Durante l'inverno, la temperatura dev'essere mantenuta intorno ai 15°-18°; nella stagione calda, è necessario ventilare abbondantemente quando la temperatura supera i 20°.
Con il caldo bisogna innaffiare solo quando il composto tende ad asciugarsi, evitando però che secchi troppo. Dalla fine di maggio a settembre, ogni due settimane, si aggiunge un pò di fertilizzante liquido all'acqua. D'inverno le innaffiature vanno ridotte.
La pianta da moltiplicazione viene innaffiata in primavera per incoraggiare la ripresa vegetativa. Si tagliano quindi i germogli alla lunghezza di 7-10 cm. e si immerge la parte recisa in acqua per fermare l'uscita della linfa. Le singole talee si piantano in vasetti di 7 cm. di diametro con miscuglio al 50% di torba e sabbia grossa. I vasi si coprono con sacchetti di plastica trasparente e si tengono a temperatrura costante tra 18° e 21° finchè iniziano a crescere le nuove foglie, dopodichè si trapiantano le piantine in vasi più grandi e le si tratta come piante adulte.
Il composto ideale per piantare la Stella di Natale è costituito da terricciato fertile con aggiunta di terra di bosco.
L'afide verde attacca in colonie numerose i germogli e provoca l'accartocciamento delle foglie. Si combatte effettuando 2-3 trattamenti con la soluzione idroalcoolica di propoli, molto efficace anche contro la cocciniglia bruna che vive a spese della pianta succhiandone la linfa dai germogli più giovani. Si riconosce dalle piccole escrescenze piatte sulle foglie e sufgli steli e va eliminata prima che provochi danni.
La poinsettia può essere soggetta a ingiallimento e caduta delle foglie, provocati da corrente d'aria fredda o da aria troppo viziata. Si deve in tal caso spostare la pianta in una posizione più favorevole.
La decolorazione delle brattee e delle foglie è dovuta all'eccesso d'acqua. Se la pianta viene bagnata troppo le radici marciscono e cadono sia le foglie che le brattee.
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Questa malattia, comune su pesco e raramente su albicocco e mandorlo, attacca soprattutto le foglie ove i danni, oltrechè maggiori, sono decisamente più evidenti, ma può colpire anche fiori, frutti e germogli.
Responsabile di questa malattia è il fungo Taphrina deformans le cui spore sono costantemente presenti sulla pianta. Di norma queste spore si moltiplicano durante tutti mesi dell'anno con un processo analogo a quanto avviene per i lieviti e si ridistribuiscono ad opera degli schizzi d'acqua sulla pianta contaminata o su quelle vicine. La moltiplicazione delle spore dipende dalla temperatura e dalla durata di elevati tassi di umidità: scatenante in tal senso la concomitanza di una temepratura tra i 15° e i 20° con un periodo di elevata umidità tra le 36 e le 48 ore, in genere tra marzo e aprile.
Il processo infettivo causato da queste spore si verifica nelle prime fasi vegetative dopo la rottura delle gemme ed i vari organi della pianta sono suscettibili all'infezione solo nei primi stadi di sviluppo. In questa fase le spore dell'agente patogeno emettono un tubulo germinativo che perfora la cuticola fogliare e, una volta all'interno, si dirama fino ad evadere all'esterno dopo 20-30 giorni dall'inizio dell'infezione. questa fase di evasione dura circa 10-12 giorni e si manifesta con un'alterazione dei tessuti della pianta causata da una muffetta biancarstra.
I primi sintomi della bolla si possono osservare sulle foglioline appena schiuse che presentano delle bollosità. Col passare dei giorni le bollosità tendono ad aumentare di volume e tendono a confluire, mentre i tessuti colpiti assumono una consistenza carnosa ed uno spessore superiore al normale. Contemporaneamente si verifica anche un cambiamento di colore dei tessuti che assumono prima una colorazione giallo-clorotica e poi rossastra dai toni più o meno accesi.
Le deformazioni morfologiche causate dagli attacchi di Taphrina deformans provocano una riduzione della capacità fotosintetica della pianta ospite con conseguente deperimento della stessa. Gli effetti possono ripercuotersi anche negli anni successivi.
Essa si basa sostanzialmente su un primo intervento da eseguirsi in autunno, preferibilemtne a completa caduta delle foglie, finalizzato a ridurre fortemente il potenziale d'inoculo costituito dalle spore normalmente presenti sulla pianta. Subito dopo la fase di rottura delle gemme è indispensabile avviare un programma di trattamenti preventivi mirato ad impedire che le spore sopravvissute al trattamento autunnale inizino la loro attività infettiva. A tal fine sono necessari 2-3 trattamenti da effettuarsi tra le fasi di rottura e scamiciatura delle gemme. E' importante agire in prevenzione in quanto nessun fungicida è in grado di arrestare un'infezione in atto!
Per quanto riguarda la scelta dei prodotti per la difesa la nostra azienda ti propone - in alternativa ai tradizionali fungicidi fitosanitari ziram (0,3-0,6%), tiram, dodina o ditianon o rame metallico (200/500 gr./hl.) che possono causare fenomeni di fitotossicità più o meno grave - l'utilizzo di Lecitina di soia - corroborante e potenziatore delle difese natuali delle piante - in quanto i suoi fosfolipidi sono in grado di bloccare la germinazione dei conidi della Taphrina deformans che non sono poi più in grado di penetrare la parete cellulare dei tessuti della pianta ospite così ostacolando l'infezione. Si suggerisce di diluire 5 gr. di prodotto in 2 litri d'acqua calda, agitare bene ed irrorare la pianta da una distanza di 50 cm. circa. Trattare quindi in autunno e ogni settimana dalla schiusa delle gemme alla fioritura ripetendo il trattamento dopo ogni pioggia. La lecitina di soia è consentita in agricoltura biologica e non lascia nessun residuo sulla pianta risultando prodotto atossico.
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