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Agente Patogeno: Taphrina deformans

 

Descrizione della malattia ed effetti sulla pianta ospite

 

Questa malattia, comune su pesco e raramente su albicocco e mandorlo, attacca soprattutto le foglie ove i danni, oltrechè maggiori, sono decisamente più evidenti, ma può colpire anche fiori, frutti e germogli.

 

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Responsabile di questa malattia è il fungo Taphrina deformans le cui spore sono costantemente presenti sulla pianta. Di norma queste spore si moltiplicano durante tutti mesi dell'anno con un processo analogo a quanto avviene per i lieviti e si ridistribuiscono ad opera degli schizzi d'acqua sulla pianta contaminata o su quelle vicine. La moltiplicazione delle spore dipende dalla temperatura e dalla durata di elevati tassi di umidità: scatenante in tal senso la concomitanza di una temepratura tra i 15° e i 20° con un periodo di elevata umidità tra le 36 e le 48 ore, in genere tra marzo e aprile.

 

Il processo infettivo causato da queste spore si verifica nelle prime fasi vegetative dopo la rottura delle gemme ed i vari organi della pianta sono suscettibili all'infezione solo nei primi stadi di sviluppo. In questa fase le spore dell'agente patogeno emettono un tubulo germinativo che perfora la cuticola fogliare e, una volta all'interno, si dirama fino ad evadere all'esterno dopo 20-30 giorni dall'inizio dell'infezione. questa fase di evasione dura circa 10-12 giorni e si manifesta con un'alterazione dei tessuti della pianta causata da una muffetta biancarstra.

 

I primi sintomi della bolla si possono osservare sulle foglioline appena schiuse che presentano delle bollosità. Col passare dei giorni le bollosità tendono ad aumentare di volume e tendono a confluire, mentre i tessuti colpiti assumono una consistenza carnosa ed uno spessore superiore al normale. Contemporaneamente si verifica anche un cambiamento di colore dei tessuti che assumono prima una colorazione giallo-clorotica e poi rossastra dai toni più o meno accesi.

 

Le deformazioni morfologiche causate dagli attacchi di Taphrina deformans provocano una riduzione della capacità fotosintetica della pianta ospite con conseguente deperimento della stessa. Gli effetti possono ripercuotersi anche negli anni successivi.

 

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La difesa

 

Essa si basa sostanzialmente su un primo intervento da eseguirsi in autunno, preferibilemtne a completa caduta delle foglie, finalizzato a ridurre fortemente il potenziale d'inoculo costituito dalle spore normalmente presenti sulla pianta. Subito dopo la fase di rottura delle gemme è indispensabile avviare un programma di trattamenti preventivi mirato ad impedire che le spore sopravvissute al trattamento autunnale inizino la loro attività infettiva. A tal fine sono necessari 2-3 trattamenti da effettuarsi tra le fasi di rottura e scamiciatura delle gemme. E' importante agire in prevenzione in quanto nessun fungicida è in grado di arrestare un'infezione in atto!

 

Per quanto riguarda la scelta dei prodotti per la difesa la nostra azienda ti propone - in alternativa ai tradizionali fungicidi fitosanitari ziram (0,3-0,6%), tiram, dodina o ditianon o rame metallico (200/500 gr./hl.) che possono causare fenomeni di fitotossicità più o meno grave - l'utilizzo di Lecitina di soia - corroborante e potenziatore delle difese natuali delle piante - in quanto i suoi fosfolipidi sono in grado di bloccare la germinazione dei conidi della Taphrina deformans che non sono poi più in grado di penetrare la parete cellulare dei tessuti della pianta ospite così ostacolando l'infezione. Si suggerisce di diluire 5 gr. di prodotto in 2 litri d'acqua calda, agitare bene ed irrorare la pianta da una distanza di 50 cm. circa. Trattare quindi in autunno e ogni settimana dalla schiusa delle gemme alla fioritura ripetendo il trattamento dopo ogni pioggia. La lecitina di soia è consentita in agricoltura biologica e non lascia nessun residuo sulla pianta risultando prodotto atossico.

 

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